Auto elettriche, crisi senza fine: le vendite crollano

Per le auto elettriche il peggio sembra ancora debba arrivare. I segnali di una crisi si erano già palesati tempo fa ma non sono stati colti

Foto di Davide Russo

Davide Russo

Giornalista pubblicista

Napoletano di nascita, laureato in giurisprudenza, è giornalista pubblicista con la passione per il motorsport e l'automotive con un occhio alle innovazioni e alla storia della F1. Il suo motto: ''I believe that everyone has a calling, Motorsport is my true passion!''.

Pubblicato: 30 Luglio 2022 07:30

Quando grandi costruttori dell’industria dell’Automotive preferiscono dimenticare la tradizione per lanciarsi in una nuova era tecnologica dovrebbero essere attenti ai segnali negativi. L’automobilista medio è ancorato alle abitudini e credere che, attraverso una imposizione dall’alto, si possa essere pronti ad abbandonare la strada vecchia per quella nuova è stato un atto di presunzione. Per questo motivo colossi dell’Automotive, Volkswagen in primis, si stanno trovando ad affrontare perdite pronosticabili.

Per l’industria dell’Automotive le cose si erano messe male già durante la crisi pandemica. La mancanza di componenti essenziali e la crisi dei microchip avevano dilatato i tempi di attesa del prodotto nuovo. L’invasione russa in Ucraina ha scandito un ulteriore momento di affanno, a causa dei rialzi dei prezzi ai distributori. Non solo il carburante è schizzato alle stelle, ma anche il costo dell’energia elettrica, alle nostre latitudini, si è rivelato essere molto elevato. In questo difficile scenario sono state prese scelte tampone che hanno solo ritardato il problema. I decreti del governo nostrano sui costi dei carburanti hanno spostato l’ondata di crisi di qualche mese, portando il car market in una crisi oggi irreversibile. Sarà molto difficile, negli anni futuri, ritornare ai livelli pre-Covid-19. Senza ecoincentivi le nuove tecnologie non sono allettanti.

La filiera elettrica in pericolo

L’intero settore delle auto elettriche rischia di implodere ben prima della dead line del 2035 che dovrebbe rivoluzionare, radicalmente, i nostri parchi circolanti. Il passaggio al full electric non avverrà con il sorriso, come credevano molti burocratici dal pollice verde. L’assenza di colonnine di ricarica sparse lungo il territorio e il rialzo dei prezzi hanno portato gli automobilisti a tenersi strette le loro care vecchie auto termiche. I prezzi delle materie prime sono, inoltre, schizzati alle stelle.

Secondo i dati forniti dall’Associazione Bavarese degli Affari (VBW), i costi dei componenti delle batterie delle EV sono saliti a causa della crisi. Il litio (+640% rispetto al 2021), il titanio (+169%) e il nichel (+68%) non hanno invertito una rotta iniziata, secondo l’analisi, nel 2022. La spirale degli aumenti non è destinata a concludersi nemmeno quest’anno. Sebbene i numeri stiano facendo propendere le Case costruttrici ad un clamoroso passo indietro sull’elettrico, c’è una economia che viaggia a gonfie vele e sta trascinando l’intera filiera mondiale.

Il boom delle auto elettriche in Cina

Se in tutto il mondo c’è grande scetticismo sulle EV, i cinesi stanno vivendo una fase di splendore mai avuto prima. Da Paese senza cultura motoristica, nel giro di pochi anni, si è trasformato in punto di riferimento del mercato delle elettriche. Il colosso BYD produrrà in Europa e ha superato persino Tesla con batterie all’avanguardia. Economie emergenti a parte, più costeranno le materie prime e più, di conseguenza, saliranno anche i prezzi dei prodotti finali.

Per arginare allo strapotere dei marchi asiatici, in Europa sono stati imposti dei dazi. La crescita del mercato cinese ha creato non poche paure ai colossi del Vecchio Continente. Il problema è legato ai costi di produzione. L’insuccesso della VW con i suoi modelli di punta 100% elettrici è un chiaro monito per le aziende che producono auto elettriche in Europa. Salvo pochissime realtà, come la Norvegia, la crisi del settore è profondissima con una quota irrisoria che non sta crescendo di pari passo ai proclami ecologici.