Avere la targa GT sulla propria auto, un sogno impossibile per tanti

La targa GT è una delle più desiderate dagli appassionati ed è attiva nelle nuove immatricolazioni a partire da marzo. Bassa la disponibilità

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Tommaso Giacomelli

GIORNALISTA AUTOMOTIVE

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Ogni appassionato di automobili si scalda alla presenza di una sigla in particolare: GT, acronimo di Gran Turismo. Queste due letterine hanno contraddistinto alcune delle creazioni più sportive ed entusiasmanti della storia, e gli esempi sono moltissimi. La Ford GT che ha vinto Le Mans, la Porsche 911 GT3 che rappresenta la massima espressione della supercar da pista, o la più recente Mercedes-AMG GT. Queste erano soltanto alcune delle macchine che possono fregiarsi del nome GT. In Italia non è possibile, come in altre parti del mondo, personalizzare la targa che invece segue l’ordine alfabetico. Questa soluzione è stata inaugurata nel 1994 e dopo trent’anni siamo arrivati al fatidico momento, quello di “GT“.

Targa per pochi fortunati

La questione della disponibilità delle targhe che iniziano per GT ha un epilogo abbastanza amaro per tutti gli appassionati che l’hanno desiderata in modo così ardente. Infatti, con appena 484.000 targhe disponibili, considerando il ritmo attuale di vendite di auto da immatricolare in Italia, la stima fa presuppore che possano essere esaurite in circa 4 mesi. Il primo mese in cui sono state immatricolate auto con la targa GT è stato marzo, e già durante questo mese di aprile si vedono circolare targhe GV, dato che la sequenza GU non si può utilizzare. Dunque, solo pochi eletti potranno vantarsi pubblicamente della targa GT.

Personalizzazione targhe

Nel 2010 una riforma del Codice della Strada aveva aperto le porta alla possibilità di richiedere una combinazione alfanumerica specifica per le nuove targhe dei veicoli immatricolati. Questo è quello che dice l’articolo 100 comma 8: “Ferma restando la sequenza alfanumerica fissata dal regolamento, l’intestatario della carta di circolazione può chiedere, per le targhe di cui ai commi 1 e 2, ai costi fissati con il decreto di cui all’articolo 101, comma 1, e con le modalità stabilite dal Dipartimento per i trasporti terrestri, una specifica combinazione alfanumerica“.

Tuttavia, a causa di mancanze nel decreto attuativo, il tutto non è ancora aleatorio e non confermato. Sebbene un’auto con la targa GT possa avere un certo gradimento per gli appassionati, sul mercato dell’usato non è garantito alcun un aumento di valore. L’associazione di lettere non influisce sul prezzo di vendita, a meno che non si tratti di casi particolari. Ad esempio, a Dubai le targhe sono associate alla persona anziché al veicolo e possono raggiungere cifre stratosferiche alle aste. Ma non è il nostro caso.

Targhe storiche

Intanto, in Italia è passato il decreto che approva il rilascio di targhe storiche per tutti quei veicoli del passato che in questo modo non dovranno più confrontarsi con le (orribili) targhe moderne. Le mitiche targhe nere, con la provincia in prima istanza, potranno tornare a equipaggiare vetture ultratrentenni, per la gioia di appassionati e collezionisti. In questo caso, il valore di un’automobile con targa del passato può costare qualcosa in più, a parità di allestimento, età e condizioni, di un’altra provvista di targa moderna. Questa manovra approvata nel corso del 2024 ha dato una bella spinta e una grossa mano a tutto il mondo del collezionismo, che bramava all’idea di poter finalmente applicare la targa storica al proprio modello.