Il Cybertruck non entra nel garage: Tesla gli vieta di venderla

Assume tinte paradossali l'esperienza del proprietario di un Tesla Cybertruck: scoperto che non ci stava nel garage, ha provato a rivenderlo, ma nulla da fare

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Fremeva dalla voglia di guidarlo. Quando il concessionario lo ha contattato perché il suo Tesla Cybertruck nuovo fiammante era pronto per il ritiro si è messo subito in viaggio. Già sognava le stoiche avventure che avrebbe vissuto a bordo. Poi, la scoperta, che gli ha fatto “raggelare il sangue”: tornato a casa, qualcosa ha mandato in fumo ogni piano, le dimensioni del veicolo. Nel garage proprio non ci stava. Mai se lo sarebbe immaginato, anche se sul conto del modello, una delle produzioni di punta del marchio Tesla, tanto è stato detto e scritto. Immaginando fosse del semplice sensazionalismo, il conducente lo ha ordinato in fretta e furia, senza badare a spese né ai tempi medi di attesa. Mai si era preoccupato di prendere le misure, a scopo preventivo. Del resto, è davvero insolito sentire storie del genere, e la sorpresa lo ha colto impreparato.

Prova a rivendere il pick-up, ma glielo impediscono: l’andamento dei fatti

Deluso, il proprietario del Tesla Cybertruck ha tentato di rivenderlo. Vista la massiccia richiesta pensava che tutto sarebbe filato liscio come l’olio nella ricerca di un acquirente, disposto a rimborsarlo dell’intera somma sborsata o, perlomeno, una buona parte. Ecco, però, l’ennesimo colpo di scena: la famosa clausola di non rivendita lo obbligavaa ottenere una specifica autorizzazione da parte del Costruttore. Informata, Tesla ha negato il via libera, proibendone di fatto la cessione a terzi. Cosa l’ha portata a dire di no? Il timore di manovre speculative, consapevole che la bassa produzione iniziale avrebbe portato i pochi esemplari in circolazione a raggiungere delle quotazioni folli.

La postilla aggiunta al contratto impedisce di liberarsene nel corso dei primi dodici mesi, salvo l’ok del Costruttore. In caso contrario, ovvero di infrazione della normativa, i responsabili rischiano sanzioni esemplari, da 50.000 dollari sul guadagno totale, oltre al divieto di comprare future vetture dell’azienda texana. Una politica che forse vi suona familiare, date le palesi analogie con la filosofia applicata in Ferrari, la cui black-list ha mietuto delle eccellenti “vittime”.

Per diverse ragioni, comprese condotte poco appropriate nella vita privata, in grado di macchiare la reputazione del Cavallino Rampante, il mito italiano ha inserito nel nutrito elenco pure superstar di fama globale, da 50 Cent a Justin Bieber, fino a Nicholas Cage. Sebbene abbia una storia meno lunga e nobile, Tesla ha riscosso pareri entusiasti col Cybertruck, oggetto dei desideri di star del calibro di Lady Gaga o Kim Kardashian. L’effetto bolla venutosi a creare ha ugualmente indotto alcuni possessori a porre il mezzo all’asta, a cifre al di là della logica, superiori ai 250.000 dollari, più del doppio della soglia di partenza.

I prezzi cominciano a stabilizzarsi

Allo stato attuale, il mercato nero del Cybertruck sembra essersi stabilizzato. Con l’aumentare dei volumi presso la Giga Texas ad Austin, le acque dovrebbero calmarsi. La tiratura iniziale è di 125.000 unità, come dichiarato dallo stesso Elon Musk alla presentazione. L’obiettivo è di arrivare a quota 500.000 entro il 2025. Nel mese di maggio il pick-up ha intrapreso un viaggio attraverso l’Europa, con oltre 100 destinazioni in programma.