Una buona manutenzione dell’auto passa anche dall’attenzione al circuito dell’aria condizionata: non tutti sanno, infatti, che nonostante il climatizzatore sia progettato per avere una tenuta stagna, non è raro che perda una parte del gas che contiene, rendendo necessaria la ricarica. Le cause della perdita si possono imputare a usura di tubi e guarnizioni, a vibrazioni, danni meccanici o alte temperature a cui la vettura potrebbe venire sottoposta. Il rifornimento di gas può essere effettuato presso i distributori di carburante attrezzati o le officine specializzate, in entrambi i casi serve una apposita abilitazione, ma c’è un importante errore da non fare mai.
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Attenzione a non sbagliare
È importante sapere che le auto immatricolate dal primo gennaio 2017, devono essere ricaricate solo con il gas R1234YF, come prevedono le normative europee vigenti, mentre i modelli fabbricati prima di quella data possono essere rabboccati con il precedente R134A. La differenza è sostanziale in termini di prezzo: la ricarica oscilla normalmente tra gli 80 e i 250 euro, variazione che dipende sia dal modello del veicolo che dalla quantità di gas refrigerante che l’impianto può contenere, di solito compresa tra 470 g e 1 kg. In circolazione, inoltre, ci sono ancora mezzi talmente datati, da montare climatizzatori che funzionano con un tipo di gas non più disponibile: in questi casi, è necessaria la conversione dell’impianto.
La tendenza per il prossimo futuro sarà quella di utilizzare soltanto gas a basso impatto ambientale. Secondo la direttiva UE 2006/40/CE, si potranno usare solo gas refrigeranti con coefficiente GWP (Global Warming Potential, cioè l’impatto sul riscaldamento globale) inferiore a 150. La differenza tra il gas R1234YF e il gas R134A è che il primo ha un GWP 4, il secondo ha un GWP 1430. Ricaricare da soli il clima non è facile e può comportare rischi quindi se non si è più che esperti, è meglio far effettuare l’operazione a personale specializzato.
Condizionatori auto: le differenze
Il climatizzatore che troviamo all’interno delle nostre auto può essere essenzialmente di due tipi:
- manuale: in questo caso il livello di temperatura e di umidità all’interno dell’abitacolo viene impostato appunto manualmente dal conducente (o chi per esso) utilizzando i tasti e le manopole appositi, e anche le alette delle bocchette dell’aria possono essere regolate usando dei tiranti flessibili, a mano. Lo svantaggio di questo sistema è che raggiungere le condizioni ideali di temperatura e umidità è più difficoltoso rispetto a quanto accade con i climatizzatori automatici;
- automatico: l’automobilista deve semplicemente impostare temperatura e grado di umidità desiderati, dopodiché il sistema stesso si regola autonomamente, grazie alla centralina di comando che regola appunto temperatura e portata d’aria. Sono presenti dei sensori nel sistema per captare la temperatura nell’abitacolo, che viene comparata – grazie a un apposito elaboratore – con la temperatura richiesta dall’utente, di conseguenza vengono controllati i flussi d’aria calda o fredda. In questo caso il funzionamento è più rapido e la temperatura viene mantenuta costante all’interno dell’auto.
In entrambi i casi le regole per la ricarica dell’aria condizionata non cambiano ed è importante non commettere l’errore, come abbiamo spiegato qui sopra.