F1, Ferrari crede nel mondiale costruttori: preview GP Abu Dhabi 2024

Il Cavallino Rampante ha preparato un set-up per ottimizzare la SF-24 e puntare alla vittoria

Foto di Zander Arcari

Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 5 Dicembre 2024 16:29

Ferrari ha la possibilità di laurearsi campione del mondo costruttori quando manca una gara alla fine del mondiale. Un risultato del genere potrebbe già essere visto come un successo: un passo avanti nella storia recente, considerando che tale opportunità non si palesa dall’ormai lontanissima stagione 2008, quando di fatto il Cavallino Rampante si aggiudicava il titolo iridato sommando i punti di Kimi Raikkonen e Felipe Massa. Da allora, la rossa si è giocata il campionato piloti due volte, all’ultima curva, nel 2010 e nel 2012, entrambe con Fernando Alonso, senza avere però la chance di stringere tra le mani il trofeo dedicato a chi costruisce le vetture di F1.

Se da una parte questo scenario sottolinea la crescita del team di Maranello, grazie alla “cura” Frederic Vasseur che ha gettato le basi per un futuro migliore, dall’altra stona, e non poco, un aspetto. McLaren si trova davanti a tutti e senza sbagliare sarà campione. Questo malgrado sino a un anno e mezzo fa lottasse per entrare nella zona punti. Una crescita enorme che priverebbe la Ferrari del titolo, sebbene la Scuderia sia arrivata dal 2008 per ben sei volte seconda contro le sole due volte della squadra di Woking. L’altro dato che fa riflettere riguarda le modalità con le quali queste scuderie arrivano a giocarsi il campionato. La rossa ha letteralmente buttato alle ortiche almeno sei Gran Premi.

Gare in cui la competitività della SF-24 era parecchio lontana dai primi. Le ragioni sono conosciute: il fondo introdotto in Spagna ha fatto perdere il corretto punto di lavoro alla monoposto italiana. Al contrario, le potenzialità della McLaren sono sempre state altissime da Miami in poi, con le due MCL38 sempre in lizza per la vittoria. Questo significa che il team inglese ha sprecato un sacco di occasioni pur essendo sempre competitivo. Anche per questo pesa tremendamente il “buco prestazionale” patito sulla SF-24. Senza questo inconveniente, con ogni probabilità, il titolo costruttori potrebbe già essere nelle mani della Ferrari.

F1, GP Abu Dhabi: Ferrari punta sul front-end e massimizza la trazione 

Yas Marina, Abu Dhabi. Un circuito che ancora una volta sarà testimone della sfida al vertice per aggiudicarsi un mondiale. Il team principal della Ferrari, al secolo Frederic Vasseur, non nasconde la soddisfazione per questo obiettivo. Lo definisce addirittura un traguardo importante. Senza dubbio, pensando al suo mandato non gli si può dare torto. Inoltre aggiunge che la battaglia vive nel DNA della rossa, che non mollerà sino all’ultima curva, pur considerando che, tenendo presente i tratti distintivi, la SF-24 dà il meglio di sé sulla distanza dei 300 km. Questo malgrado sappia che il risultato della qualifica ricoprirà un ruolo cruciale nell’arco del weekend.

La pista degli Emirati Arabi possiede un percorso completo e molto tecnico, contraddistinto da curve rapide, tratti più guidati e alcuni allunghi. Per tale ragione serve un chiaro equilibrio tra spinta verticale e trazione meccanica. Saranno decisivi, inoltre, l’efficienza aerodinamica e l’aderenza laterale della vettura. Ferrari non ha mai vinto a Yas Marina. Eppure, in linea generale, il circuito, che è entrato a far parte del calendario dalla stagione 2009, è sempre andato abbastanza a genio al team italiano. Durante la passata stagione la SF-23 “costruiva” il giro in uscita dalle curva, cercando di guadagnare terreno sui rivali nella fase di trazione dopo aver superato l’apice.

Una buona caratteristica, ma non sufficiente a battere la Red Bull, che con un’inserimento ottimale riusciva ad essere più efficace della vettura italiana. Nel 2024 il front-end della Ferrari è decisamente più solido e, sulla carta, dovrebbe favorire la SF-24 in vari punti del tracciato. Per contro, le fasi di accelerazione sono buone ma non più eccelse, aspetto che il team dovrà cercare di ottimizzare anche tramite le mappature del sistema ibrido, che recupera energia tramite i due moto generatori, MGU-H e MGU-K. Il confronto diretto sarà con la McLaren, ovviamente. Chi delle squadre in questione riuscirà a ottimizzare maggiormente la messa a punto, pertanto, potrà godere di un beneficio sull’avversario.

Arthur Leclerc (Scuderia Ferrari) - SF-24 - GP Abu Dhabi 2024
Fonte: Getty Images
il monegasco Arthur Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della SF-24 – GP Abu Dhabi 2024

Le due monoposto avranno una “costruzione del giro” abbastanza simile su questa tipologia di tracciato. Tra le altre cose, l’ultimo rifacimento relativo al manto stradale del circuito ha innalzato e non poco la velocità media del giro. A livello di velocità di punta entrambe le vetture suddette sono parecchio preparate, e potranno far valere questo importante parametro nel tratto che da curva 5 porta alla 9, intervallato da una chicane molto lenta e difficile da interpretare al meglio. Secondo le informazioni racimolate dalla mostra redazione, sappiamo che la Ferrari ha lavorato su una messa a punto molto specifica per adattare al meglio la SF-24 al circuito emiratino.

Entrambe le squadre lavoreranno su set-up mirati, come è naturale che sia, con la rossa che ha scelto di optare per un’ala da medio carico, abbinata a una configurazione efficace di beamwing e un fondo che dovrà essere in grado di generare carico pulito e migliorare la stabilità. La specifica è quella vista l’ultima volta al Gran Premio di Silverstone, con una discreta area frontale in grado fornire carico e garantire efficienza. C’è poi un ulteriore elemento centrale che si rifà alle altezze da terra della monoposto. Ricorderemo, infatti, come nella scorsa edizione del Gran Premio di AbuDhabi, alcune scuderie avessero richiesto di intervenire su alcuni bump alquanto fastidiosi. E, nonostante questo, il piano di riferimento non era affatto liscio.

Ferrari deve ancora decidere se utilizzerà l’ultima e unica versione del fondo. Una macro componente che pare abbia offerto i risultati attesi, che verrà valutata anche a Yas Marina. Il fatto che abbia funzionato è importante anche in chiave 2025, in quanto significa che la correlazione tra la pista e il campo ipotetico simulato funziona a dovere. Ferrari sceglierà un assetto sospensivo leggermente più morbido, nel tentativo di amministrare al meglio le asperità del piano di riferimento e, contestualmente, potenziare l’aderenza in curva. Per la questione gomme vanno dette un paio di cose. Micro e macro rugosità, in linea generali uniformi, non dovrebbero creare particolari fatiche all’amministrazione dello pneumatico.

Tuttavia vanno considerate le alte temperature, che andranno a sollecitare a livello termico le gomme, specie nell’ultimo settore. Per tale ragione, il ciclo di isteresi dovrà tenere conto di tale aspetto, per non arrivare nel T3 in overheating e soffrire una mancanza di grip deleteria sui riscontri cronometrici. Fattore che la passata stagione non è stato tenuto nella misura corretta dalla rossa, che proprio sul rear-end ha patito diversi problemi di rendimento. Ecco perché, in questa “formula gomme”, ancora una volta i compound reciteranno un ruolo essenziale. Ferrari vuole vincere e sarà parecchio aggressiva per non lasciare nulla di intentato…