F1, qualifiche del GP di Miami: Ferrari incollate agli scarichi di Verstappen

Red Bull conquista l'ennesima pole a Miami. Le due Ferrari ottimizzano il rendimento e si piazzano alle spalle dell'olandese

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Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 4 Maggio 2024 20:28

Ferrari non ritocca il set-up a livello aerodinamico. L’opportunità offerta dal doppio parco chiuso che la Federazione Internazionale ha fornito è molto utile. Sebbene il team di Maranello abbia analizzato i dati della qualifica del venerdì e tenuto presente le velocità di punta non eccezionali nella Sprint Race del pomeriggio, ha deciso comunque di non effettuare dei cambi alla messa a punto aerodinamica delle SF-24. Aggiustamenti che potevano inficiare negativamente e magari far perdere il giusto punto di lavoro della vettura. A quanto pare il solo “fine tuning” al sistema sospensivo ha fatto presenza.

Passando al rendimento delle Ferrari non possiamo far altro che utilizzare aggettivi davvero molto positivi. Il bilanciamento delle monoposto nel primo settore della pista statunitense resta ottimo, dove la piattaforma aerodinamica si è comportata alla perfezione offrendo ai ferraristi una spinta verticale congrua alle aspettative. Aggredire i cordoli non è stato un problema. Le rosse hanno quindi potuto tagliare le curve perché le auto modenesi non si scomponevano. Per quanto concerne la spinosa tematica gomme, il lavoro svolto per massimizzare l’energia immessa sui compound ha funzionato a dovere.

Lo studio sul ciclo isteretico di cui abbiamo parlato la scorsa settimana ha fornito un know how utilissimo che, al contrario della Cina, finalmente ha reso più semplice “accendere” le mescole. Beneficiare del grip offerto dalle Pirelli a banda rossa ha fornito un plus di prestazione notevole. In questo caso Leclerc è stato più abile del compagno che per fortuna, dopo una Q1 e una Q2 un po’ sottotono, si è svegliato dal torpore riuscendo a ottimizzare la performance della vettura numero 55. Il risultato finale parla chiaro in tal senso, con le SF-24 che si mettono in scia della Red Bull di Max Verstappen.

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Verstappen è un grandissimo pilota. In una F1 dove il valore umano negli anni si è drasticamente ridotto, ci riferiamo alla capacità di fare la differenza al volante, il talento di Hasselt riesce sempre e comunque a tirar fuori prestazioni davvero al top, facendo pesare la sua capacità di farsi trovare pronto nei momenti topici. Una freddezza tutt’altro che comune. Max nell’ultima parte della qualifica è riuscito a trovare il perfetto equilibrio tra il primo e il terzo settore del tracciato americano. Lo ha fatto cambiando la warm-up-strategy in corsa, a seguito di un breve conciliabolo con gli esperti all’interno del box.

Max Vertaappen
Fonte: Getty Images
L’olandese Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) festeggia la pole del GP di Miami edizione 2024

Nell’arco del fine settimana in Florida, sino ad ora, il T1 dell’olandese non era stato ancora ottimale. Questo perché, come la Ferrari, anche Verstappen cercava di non immettere troppa energia nell’outlap sacrificando le prime curve della pista. Ma in Q3 il leader del mondiale ha dato il massimo eguagliando la prestazione della rossa, fattore che gli ha concesso di portarsi a casa l’ennesima pole della sua strepitosa carriera. Nota dolente, se così possiamo dire riguarda l’altra Red Bull. Il messicano Sergio Perez non è andato oltre la quarta piazza, beccandosi un distacco finale sul compagno superiore ai due decimi.

Dando un’occhiata più in basso troviamo a rimorchio le due McLaren. Il team di Woking ha portato il primo pacchetto di aggiornamenti stagionale. Parliamo di un super re-shaping nella zona centrale dell’auto che ha compreso una diminuzione di volume degli inlet collocati davanti ai radiatori e soprattutto un grande cambio nella forma delle pance. Ci riferiamo in particolar modo alla parte alta. L’obbiettivo in questo caso era doppio: da una parte abbassare la resistenza all’avanzamento, dall’altra potenziare l’effetto outwash. Up-grade giudicati funzionali dal team e che potrebbero fare maggiore differenza in gara.

F1, Sprint Race del Gp di Miami: Ferrari 2° in scia di Verstappen

Ferrari si mostra davvero molto competitiva a Miami. Nel primo “assaggio” di gara, la mini corsa da 100 km, il rendimento delle vetture italiane con alto quantitativo di carburante a bordo è molto positivo. L’handling delle vetture segue senza problemi gli input forniti sul volante dai ferraristi, lasciandoli liberi di pennellare le traiettorie a loro piacimento senza particolari costrizioni sul tema gomme. Pirelli a banda gialla (Medium) che vengono gestite senza affanno e permettono di spingere mostrando un degrado in linea con quanto ci si aspettava nei briefing.

Entrando in maggiori dettagli tecnici, possiamo sostenere che nel primo settore le rosse si sono comportate bene. Leclerc, in particolare, sebbene fosse un pelo più lento di Verstappen, ha spinto parecchio. Il monegasco era in grado di aggredire facilmente i cordoli, molto di più dell’olandese. Come per la qualifica il T2 resta il punto debole. I tratti più lenti e guidati non vanno a genio alla Ferrari che soffre rispetto alla Red Bull. Nell’ultima parte del tracciato il rendimento era al pari delle RB20 se non addirittura superiore. Migliorata la fase di trazione che non presenta le limitazioni osservate in Cina.

Il problema principale che di fatto ha frenato le due SF-24 riguarda il livello di EOSS (velocità alla fine del rettilineo) non ottimale. L’efficienza aerodinamica delle monoposto austriache è davvero micidiale e tale fattore, per quanto concerne la lotta Leclerc –Verstappen, è stato senza dubbio decisivo. La capacità di generare tanto carico aerodinamico e grip laterale dei bolidi colorati blue racing offre la possibilità ai tecnici di scaricare le ali posteriori, abbattere la deportanza e al contempo mantenere un quantitativo di spinta verticale davvero molto buono.

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Il passo gara della Ferrari era davvero molto simile a quello delle due Red Bull che per contro riuscivano a guadagnare nei diversi tratti ad alta velocità di percorrenza. Per quasi tutta la gara, di fatto, il monegasco era molto vicino a Verstappen con un distacco sempre inferiore ai due secondi. Via radio sono arrivati diversi suggerimenti per amministrare le mescole, necessari anche per mantenere viva la speranza di attaccare il campione del mondo sino alla fine. Il linea generale il consumo degli penumatici è stato molto buono, forse un pelo superiore rispetto alla Red Bull.

Max Verstappen RB20 - Charles Leclerc SF-24
Fonte: Getty Images
Charles Leclerc (Ferrari SF-24) all’inseguimento di Max Verstappen (Red Bull RB20)

Vettura in testa alla classifica iridata che di certo non era perfetta. Lo abbiamo potuto apprezzare prendendo in esame la guidabilità in sella alle RB20. A tal proposito Max non ha lesinato commenti negativi sulle coperture. Come per la sessione classificatoria nella giornata di ieri, il talento di Hasselt ha lamentato via radio un feeling imperfetto con questa mescola. Noi possiamo aggiungere che effettivamente un certo sottosterzo ha fatto presenza specie alla fine del primo settore, dove la vettura numero uno ha mostrato alcune incertezze in entrata delle curve 7 e 8. Aspetto peraltro già presente nelle prove libere del venerdì e di fatto ancora non corretto.

Il grattacapo affonda le radici nell’attivazione degli pneumatici. Un range di temperatura non centrato appieno che non ha consentito all’olandese di accedere alla massima aderenza offerta dai compound Pirelli. In ultima istanza una considerazione su Carlos Sainz. Lo spagnolo ha letteralmente corso per tutta la gara negli scarichi di Daniel Ricciardo. Sebbene la sua SF-24 avesse più ritmo, come per Leclerc l’iberico ha pagato a caro prezzo la mancanza di velocità di punta. Elemento che non gli ha concesso di affondare il colpo sulla VCARB dell’australiano e andare a prendere l’altra Red Bull di Perez. Doppio rimpianto per le due Ferrari