L’illusione di andare forte in Qatar è durata poco. Giusto il tempo di una Fp1, dove la rossa pareva potesse mettere in piazza una competitività davvero buona. E invece l’ennesima occasione sprecata si concretizza. Le ragioni della debacleandata in scena in qualifica si possono racchiudere in due aspetti legati tra di loro. Le condizioni ambientali di Losail non erano quelle auspicate, in quanto le temperature, più basse del previsto, non hanno rispettato le previsioni. Uno scenario che il Cavallino Rampante non ha saputo valutare con attenzione, ritenendo che apportare qualche correzione alla messa a punto non fosse utile. Ma in realtà lo era, purtroppo, poiché la possibilità di gestire la situazione gomme con la warm-up strategy non ha prodotto risultati attesi.
Una noia mortale, così possiamo definire l’ultima Sprint Race della stagione. Prima di scendere nei dettagli e raccontare a livello tecnico cosa è successo, vale la pena un commento. La scelta di eseguire la mini gara da 100 km a Losail non pare affatto azzeccata. Il layout arabo offre pochissime possibilità di sorpasso e, per di più, asfalto e condizioni ambientali costringono i piloti a una massiccia amministrazione delle coperture. Ecco perché il Qatar potrebbe tranquillamente fare a meno di questo format, che non centra l’obiettivo di offrire uno spettacolo extra al pubblico nell’arco del fine settimana. Messa da parte questa osservazione, passiamo ai fatti.
Una delle speranze della rossa per recuperare posizioni era il via della corsa. Sfruttare quindi uno stacco frizione ottimale e provare a mettere dietro qualche avversario. Purtroppo la teoria resta tale. Anzi, lo stacco frizione non eccezionale di Sainz complica le cose. Lo spagnolo “pattina” sino in seconda marcia e il suo compagno di squadra prova ad affiancarlo in curva 1. Carlos chiude la porta e, come succede spesso in questi casi, tra i due litiganti il terzo gode. Hamilton ne approfitta e passa Leclerc. Nelle prime tre tornate le due Ferrari sono impegnate con un tyre management massiccio. Le gomme sono lontane dalla temperatura target e lo si nota chiaramente osservando la dashboard sul volante delle SF-24.
Per tale ragione viene chiesto di alzare il piede nelle curve più rapide, per non immettere troppa energia sulle mescole e accorciare la vita utile dello pneumatico. Si prosegue in questo modo sino alla tornata numero 7, dove arriva la stabilità di temperatura richiesta. Da questo momento in poi il passo delle Ferrari migliora, con un grado di aderenza sufficiente per spingere e mantenere sostanzialmente il passo di chi sta davanti. Leclerc prende le misure su Lewis. Studia le sue traiettorie e al passaggio numero 12, grazie all’uso del K1 Plus (overboost) e all’ala mobile, al termine della retta principale infila il britannico della Mercedes riprendendosi la quinta piazza.
Per la Ferrari la Sprint Race finisce qui. Piastri è abile a fregare in partenza George Russell, portandosi in seconda posizione. Una doppietta che per la scuderia di Woking è vitale in chiave mondiale costruttori. Sono 15 i punti che il team inglese mette assieme, contro i 9 della rossa. Questo significa che il gap di 24 lunghezze passa a 30. Tutto merito della loro buona qualifica, dove il team di Maranello si è perso favorendo il risultato odierno. In ultima istanza, un fatto preoccupante per Leclerc. All’ultimo giro, Bozzi chiede al suo pilota di osservare i numeri sul volante dando un allarme. Prendendo in esame la nostra telemetria, possiamo osservare il massiccio lift and coast che il monegasco è costretto a realizzare in diverse curve. Situazione che potrebbe svelare un possibile problema alla power unit 066/12.
F1, Qualifica GP Qatar 2024
Ferrari riesce nell’intento di fare peggio di ieri. Eppure il team era sicuro della strada da prendere per cercare di migliorare le cose. Questo avevano suggerito i piloti a margine della Sprint Race. Parliamo di un quinto posto per Charles Leclerc, e solo una settima piazza per Carlos Sainz. Se prendiamo in esame i tempi, però, scopriamo che il monegasco sta dietro alle due McLaren per soli 80 millesimi. Quindi, tutto sommato, la prestazione della numero 16 non è certo da buttare. Per lo spagnolo invece, parliamo di due decimi. Quello però che fa arrabbiare è vedere che la Mercedes di Russell e la Red Bull di Verstappen sono davanti, rispettivamente in seconda posizione e in pole position.
A differenza della prima qualifica, quella odierna si “spende” utilizzando solo le Pirelli a banda rossa. Sin dalla Q1, le due Ferrari mostrano un atteggiamento più consono nel gestire le mescole. Prima parte della sessione classificatoria, dove le vetture italiane spingono parecchio durante l’outlap, com l’obiettivo per immettere un quantitativo di energia importante sulla mescola. Un primo run su gomme usate per saggiare la pista, mentre nel secondo si passa sugli pneumatici nuovi. Due giri push intervallati da un doppio cool down, che mostrano una Ferrari abbastanza agile. Passare il taglio è quasi una formalità e le sensazioni parevano buone.
Nella Q2 salgono le rivoluzioni dei propulsori e si inizia a fare davvero sul serio. Anche in questo caso fa presenza una prima sgambata con le Soft usate, per passare nella seconda ai compound cerchiati di rosso intonsi. Ed è proprio in questo momento che emergono i limiti della Ferrari. Il sottosterzo senza dubbio non influisce negativamente come il venerdì, ma l’eccesso di rotazione resta eccome. Le due SF-24 soffrono anche in ingresso curva, con un front-end che non è più preciso. Un aspetto che complica, e non poco, prendere l’apice delle curve, con gli alfieri della rossa costretti ad “arrotondare” parecchio le pieghe. Mossa che limita il rendimento delle vetture modenesi.
Si passa comunque alla Q3 dove, in base ai feedback raccolti sino a quel momento, si decide di modificare la warm-up-strategy. Pertanto l’out-lap diviene più cauto, cercando di lavorare parecchio sull’avantreno per portarlo in temperatura. A livello di handling le cose migliorano, ma l’avantreno della rossa resta sempre la “main limitation“. Una carenza di rotazione che non permette ai piloti di spingere al massimo, impegnati nell’essere il più precisi possibile per non commettere sbavature. E in effetti, le prestazioni da questo punto di vista sono buone, poiché gli stessi ferraristi si rendono conto di avere dato il massimo in pista. I messaggi via radio nel giro di rientro ai box lo testimoniano.
Dando uno sguardo al futuro, le aspettative non sono poi così alte. Per lo meno le due McLaren sono giusto lì davanti e anche loro, oggi, non sono parse affatto imbattibili, come sottolineato in precedenza parlando del distacco su Leclerc. Serve una corsa perfetta, confidando sul passo gara e sull’amministrazione del degrado. I dati della Sprint Race sono indicativi sino a un certo punto, in quanto parliamo di un solo stint, con le gomme Medium, dove sostanzialmente i primi 6 hanno mantenuto lo stesso ritmo. Attendiamo pertanto domani, con la speranza che le due Ferrari possano inscenare un recupero e rosicchiare qualche punticino alla scuderia di Woking.