Addio a Marcello Gandini, designer delle supercar italiane

Scompare una delle firme più autorevoli del panorama internazionale automobilistico. Dalla sua penna il design della Lamborghini Miura e Lancia Stratos Zero

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Matteo Mattei

Esperto di motorsport e automotive

Classe 1982, a Favalanciata cresce con pane e Max Biaggi. Ha collaborato con varie testate online spaziando tra Esports e motori. Il mio motto: ''Per aspera ad astra''.

Addio a Marcello Gandini, uno dei più rinomati designer di auto al mondo. Nato il 26 agosto 1938 a Torino è stato protagonista di rivoluzionarie creazioni nel campo dell’automobilismo lasciando un’impronta indelebile nel settore. Tra le sue creazioni, vetture leggendarie come la Lamborghini Miura, la Lamborghini Countach, l’Alfa Romeo Montreal e la Lancia Stratos Zero. Un contributo che rimarrà indelebile ancora per molti anni a venire, vere e proprie opere d’arte su quattro ruote, il cui fascino e il cui stile rimarranno senza tempo.

La carriera

La sua carriera ha avuto inizio negli anni ’60 presso la casa automobilistica italiana Bertone. Come designer ha creato alcune delle sue opere più iconiche e influenti, c’è la sua firma dietro il design di numerose vetture leggendarie degli anni ’60, ’70 e ’80. Su tutte la Lamborghini Miura, la Lamborghini Countach, l’Alfa Romeo Montreal e la Lancia Stratos Zero. Oltre alle sue creazioni per Lamborghini e Lancia, Gandini ha contribuito al design di numerose altre vetture e altri marchi automobilistici influenzandone il panorama mondiale.

Gandini ha lavorato per diversi studi di design e case automobilistiche nel corso della sua carriera, con una lunga e illustre lista di vetture progettate a suo nome. Fino a pochi anni fa continuava a essere ancora coinvolto nel mondo dell’automobilismo come consulente e figura rispettata nel settore.

L’attenzione per i dettagli

Oltre a essere noto per le sue creazioni rivoluzionarie ha anche dimostrato una particolare attenzione per i dettagli che hanno reso uniche le sue creazioni. Tipica caratteristica del suo lavoro era quella di includere piccoli dettagli o elementi nascosti nei suoi design, che solo gli osservatori più attenti potevano notare. Dettagli nascosti che furono chiamati easter egg. Questi non solo aggiungevano un tocco di mistero e fascino alle sue opere, ma dimostravano l’estrema cura che Gandini metteva nel suo lavoro e donava alle sue creazioni. Una sorta di firma personale, che rendeva ancora più affascinanti le sue creazioni tra gli appassionati di auto e gli ammiratori del suo talento nel design automobilistico.

Lamborghini Miura

Tra le più belle sue creazioni come non ricordare la Lamborghini Miura, presentata nel 1966 è stata un’auto pionieristica nel suo genere, una delle prime supercar della storia dell’automobilismo. Un’estetica mozzafiato che ancora oggi affascina gli appassionati di auto di tutto il mondo. Un design aggressivo combinato con linee eleganti e aerodinamiche, un’icona che ha lasciato il segno nel mondo delle auto sportive.

Per lei aveva scelto linee fluide e muscolose che conferivano un aspetto poderoso e atletico. Un design attentamente studiato per garantire buona aerodinamica e una perfetta distribuzione del flusso d’aria. Le linee del cofano motore, del tetto e della parte posteriore sono armoniosamente integrate e nascono per ridurre la resistenza all’aria e migliorarne le prestazioni in pista. Il cofano motore lungo e scolpito che ospita il motore V12 montato trasversalmente dietro i sedili dei passeggeri fu un layout insolito per l’epoca, ideato per massimizzare lo spazio all’interno dell’abitacolo e per migliorare la distribuzione del peso dell’auto. Fari retrattili, prese d’aria laterali, le vetrate laterali a goccia e il montante posteriore “a ferro di cavallo” ne completano i dettagli distintivi.

Il suo sviluppo iniziale è avvenuto in gran parte in segreto. Si racconta che il prototipo della Miura sia stato concepito dal team di progettazione di Lamborghini in un periodo molto breve e senza il coinvolgimento diretto del fondatore Ferruccio Lamborghini. Marcello Gandini e il suo team di progettazione utilizzarono le ore serali e i fine settimana per sviluppare e perfezionare il design della vettura. Il risultato finale una vettura innovativa e fuori dagli schemi fin dalla sua concezione.

Alfa Romeo Montreal

L’Alfa Romeo Montreal nacque come richiesta dagli organizzatori dell’Esposizione Universale di Montreal del 1967, di realizzare una vettura che rappresenti la massima espressione dell’automobilismo dell’epoca. Erano gli anni del mito del “Duetto” e dove l’Alfa Romeo era diventata un’icona globale e cool. Da una base di partenza come la Giulia Sprint GT, Marcello Gandini disegnò una coupé elegante, bassa e filante. Due prototipi furono esposti all’ingresso dell’Esposizione Universale nel padiglione denominato “L’Uomo Produttore“. Tutt’oggi sono parte della collezione di FCA Heritage e vengono custoditi al Museo Storico Alfa Romeo.

Lancia Strators Zero

Presentata al Salone dell’Automobile di Torino nel 1970, La Lancia Stratos Zero è un’altra sua creazione visionaria. Un prototipo dal design avveniristico e aggressivo che ha catturato l’immaginazione del pubblico sportivo e ha rappresentato un punto di svolta nel loro design. Le linee nette, spigoli taglienti e una forma molto bassa e aerodinamica donavano un aspetto futuristico per un’auto che sembrava provenire da un film di fantascienza. Layout a due posti con una disposizione a tre volumi, con l’abitacolo, il cofano motore e il parabrezza tutti contenuti in volumi separati.

Una delle caratteristiche più iconiche della Stratos Zero sono le porte a conchiglia che si aprono verso l’alto. Il suo telaio era basato su un pianale della Lancia Fulvia. Un auto che non è mai stata destinata alla produzione in serie ma il suo impatto sulle auto sportive dell’epoca ha influenzato numerosi designer e ispirato molte vetture di produzione successive.

Tra tutte le celebrità affascinate dalla Stratos Zero ci fu Yves Saint Laurent che la utilizzò come ispirazione per una delle sue collezioni di moda. Nel 1971 il celebre stilista presentò una linea di abbigliamento femminile chiamata “La Stratos”.