Benzina oltre 2,50 euro al litro: inchiesta sulle speculazioni

Si torna a parlare dei famosi furbetti della benzina: già i rincari sul prezzo del carburante sono all’ordine del giorno, poi purtroppo c’è anche chi se ne approfitta

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Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

La questione dei rincari del prezzo del carburante in Italia ormai è nota a tutti, da più di un anno. Dall’inizio del 2022 infatti i costi della benzina e del diesel hanno iniziato a salire a dismisura, tanto da costringere il Governo a correre ai ripari con il taglio delle accise, che ha aiutato gli italiani a tirare almeno un po’ il fiato durante tutto lo scorso anno.

Oggi si torna a parlare nuovamente di prezzi alle stelle, dopo periodi di tregua alternati a nuovi aumenti, in corrispondenza del grande esodo estivo – come accade ogni anno – anche oggi i prezzi sono tornati a salire. C’è chi però denuncia una situazione insostenibile, a causa delle speculazioni.

L’indagine della Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza indaga su quelli che vengono definiti i furbetti della benzina e sull’aumento dei prezzi del carburante alla pompa in tutta Italia. Come sappiamo, da domani (primo agosto 2023) scatta l’obbligo per tutti i distributori di benzina di esporre i cartelloni con i prezzi medi della benzina e del diesel: in questo modo tutti i gestori delle stazioni di rifornimento daranno la possibilità agli automobilisti di confrontare i prezzi proposti con quelli medi della rete.

Si tratta nello specifico di una misura che fa parte del Decreto Benzina del Governo Meloni. Tutti coloro che non si adegueranno a questo nuovo obbligo saranno punibili con sanzioni che possono arrivare addirittura a 2.000 euro.

Nel frattempo la Guardia di Finanza si vede costretta a indagare sulle possibili speculazioni, visto che in alcune stazioni di servizio il prezzo della benzina in modalità servito è arrivato addirittura a quota 2,50 euro al litro. I prezzi medi si attestano a 1,75 euro al litro per il diesel e 1,89 per la benzina: i conti non tornano.

Per questo il Governo vuole muoversi, e anche in fretta, contro gli speculatori. Sono state proposte differenti iniziative a favore degli automobilisti, tra cui un vademecum per i viaggiatori e un numero verde.

I prezzi attuali

Dei reali prezzi abbiamo parlato nei giorni scorsi. È vero che in Italia sono più bassi – dall’inizio del 2023 – rispetto a quelli praticati in Spagna, Germania e Francia, ma è altrettanto vero che in autostrada si superano i 2 euro al litro.

Davide Tabarelli di Nomisma Energia ha spiegato al Messaggero che “il costo del carburante è determinato dal prezzo internazionale della benzina. Quella che arriva sulle navi da 35 milioni di litri. A questo vanno aggiunte le tasse. Con i 15 centesimi di margine che però devono coprire anche il trasporto si arriva agli attuali 1,89 euro al litro”.

L’unica cosa che si può fare è evitare di fare il pieno dove la benzina è così cara. Tabarelli sostiene: “È opportuno anche rinunciare al servito e usare il self service. In Autostrada il servizio può arrivare a costare anche 40 centesimi in più”. Le pompe bianche garantiscono 100 euro di risparmio all’anno. Secondo Tabarelli poi l’esposizione dei prezzi medi non avrà l’effetto sperato: “Sono già pubblicati ovunque e non cambia nulla”.

E continua: “Abbiamo bisogno di raffinerie e di costi bassi”. L’estrazione di petrolio sul territorio nazionale potrebbe essere, per Tabarelli, un valido aiuto: “In Sicilia e in Basilicata si può produrre di più”.

Le comunicazioni del Mimit relative al prezzo della benzina

Come abbiamo avuto modo di apprendere dall’ANSA, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha dichiarato: “In merito a notizie di stampa relative a casi isolati di stazioni di rifornimento di carburante lungo la rete autostradale in cui sono stati rilevati prezzi limite a 2,50 euro al litro per la benzina senza piombo in modalità servito, si precisa che i prezzi medi nazionali del gasolio e della benzina sono ben al di sotto dei 2 euro al litro, come rilevato dall’elaborazione settimanale su base giornaliera dei prezzi dei carburanti, effettuata dall’Osservatorio prezzi carburanti del Mimit”.

La nota del Mimit contiene i dati: “I prezzi dei carburanti di questa settimana si attestano a valori medi di 1,89 euro al litro per la benzina e di 1,74 euro al litro per il gasolio. L’attuale crescita del prezzo medio, di circa 0,03 euro al litro nella scorsa settimana, è determinata da quanto si sta osservando nei mercati internazionali, a causa dell’aumento delle quotazioni sia del petrolio sia dei prodotti raffinati. Dall’inizio del 2023 il prezzo industriale di benzina e gasolio, al netto quindi della tassazione, in Italia resta stabilmente più basso di quello in Spagna, Germania e Francia”.

Le dichiarazioni di Assoutenti

Secondo Assoutenti il problema principale non è tanto il picco dei prezzi della benzina, ma la rapida salita, che sconvolge gli automobilisti. La nota dell’Associazione no profit per la tutela dei consumatori, attività di informazione, solidarietà sociale e tutela dei diritti civili, educazione al consumo, spiega: “Lo studio della nostra associazione cui si riferisce il Ministero è relativo, come ben specificato, esclusivamente ai prezzi massimi dei carburanti rilevati dallo stesso Mimit attraverso il suo Osservatorio. E lo stesso Ministero può facilmente verificare attraverso i numeri del proprio Osservatorio che già numerosi distributori in tutta Italia vendono la benzina in modalità servito a listini superiori ai 2,20 euro al litro”.

Il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, replicando al Mimit, sostiene: “Sappiamo bene che i prezzi a 2,50 euro al litro sono casi limite ma non è certo questo il problema. La questione principale è la forte salita dei listini dei carburanti alla pompa che si sta registrando in occasione delle partenze estive degli italiani, un fenomeno che puntualmente si verifica ogni anno e incide enormemente sulle tasche dei cittadini che si spostano in auto per raggiungere le località di villeggiatura”.

E continua: “Altro problema su cui abbiamo sollecitato il Ministero è quello della scarsa trasparenza sulla formazione dei listini; i cittadini hanno il diritto di sapere perché salgono i prezzi alla pompa e quali ricarichi vengono applicati in tutti passaggi della filiera, dalla estrazione del petrolio fino alla vendita di benzina e gasolio ai distributori. Solo così sarà possibile verificare se ci sono speculazioni su listini e chi si arricchisce grazie ai repentini rialzi dei prezzi che si verificano ogni anno in occasione delle partenze estive gli italiani”.