Guida in stato di ebbrezza, ubriaco al volante assolto: i motivi

Un errore da parte dei Carabinieri, intervenuti sul posto dopo l'incidente, ha portato all'assoluzione dell'automobilista per i fatti avvenuti nel 2022

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Davide Raia

esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Pubblicato: 2 Gennaio 2025 16:30

Il nuovo Codice della Strada ha riacceso l’attenzione sulla sicurezza stradale e, soprattutto, su alcune violazioni della normativa. In particolare, la guida in stato di ebbrezza è uno dei “temi caldi” di questo periodo, tanto da spingere molti automobilisti a chiedersi quanti bicchieri di vino si possono bere prima di mettersi alla guida.

La stretta normativa sta facendo discutere ma, come abbiamo visto nei giorni scorsi, i primi dati sulle novità introdotte, oramai da alcune settimane, per il Codice sembrano essere positivi, tanto che il numero di incidenti è in calo in Italia.

Ad arricchire le cronache sul tema oggi si registra il caso di un automobilista che è stato assolto dalle accuse di guida in stato di ebbrezza, nonostante i risultati del test non lasciassero dubbi sulle sue condizioni. Il caso in questione risale a un incidente del 2022 ma, come riportato in queste ore da Ansa, si è risolto dal punto di vista legale solo in questi giorni.

Alla base della decisione del giudice del tribunale di Cuneo, competente sul caso per via del luogo dove è avvenuto il sinistro, c’è un errore della pattuglia de Carabinieri intervenuti sul luogo dell’incidente che, per una dimenticanza, non avevano in formato il conducente, che guidata la vettura nonostante un tasso alcolemico elevato, del dirito di poter richiedere assistenza legale. Vediamo i dettagli completi in merito.

Il caso

L’incidente intorno a cui ruota il caso non è recente ma risale al 2022 ed è avvenuto a San Benigno, una frazione di Cuneo. Il protagonista è un uomo di origini albanesi, residente a Costiglione Saluzzo, finito fuoristrada con la sua auto. Una pattuglia dei Carabinieri intervenuta sul posto rilevò un tasso alcolemico pari a 2,1 g/litro. A bordo era presente un’altra persona (un amico del conducente) con tasso alcolemico di 2,2 g/litro. Il conducente cercò di far passare, senza successo, l’amico come il vero guidatore che aveva causato l’incidente. In ogni caso, il passeggero non subì danni dal sinistro e, quindi, l’imputazione di lesioni stradali colpose non è scattata. L’unica imputazione fu quella di guida in stato d’ebbrezza. Tale imputazione, però, non ha portato a una condanna ma il caso si è concluso con un’assoluzione.

Un cavillo?

Come stabilito dalla sentenza di un giudice del tribunale di Cuneo, però, il conducente è stato assolto dall’accusa di guida in stato di ebbrezza. Il motivo è tanto semplice quanto incredibile. Il giudice, infatti, ha preso atto di una grave mancanza da parte delle Forze dell’Ordine intervenute sul posto al momento del fermo del conducente con tasso alcolemico superiore alla norma. Gli agenti, infatti, non avevano informato il conducente della possibilità di ottenere assistenza legale come previsto dalla legge. Questa mancanza informativa da parte dei Carabinieri ha costretto il giudice a stabilire l’assoluzione dalle accuse di guida in stato di ebbrezza, nonostante il test positivo effettuato dopo l’incidente. Anche se può sembrare un semplice cavillo, la normativa parla chiaro. Per arrivare a una condanna è necessario rispettare, punto per punto, quanto previsto dalla legge. Il conducente fermato deve essere informato in merito alla possibilità di richiedere assistenza legale.