Gli Stati Uniti sono una nazione con un senso del culto dell’auto innato e da quando l’automobile è diventata il mezzo di trasporto più comune, gli statunitensi la utilizzano per gli spostamenti più disparati, senza preoccuparsi dei consumi. Anche quelli, come le loro strade, le loro vetture e altro, hanno un volume maggiore di quelli europei, il che è dovuto anche alle distanze immense che intercorrono fra una cittadina e l’altra e in metropoli smisurate. Questo è possibile grazie a un prezzo della benzina accessibile a tutti, in modo particolare durante il 2016. In quell’anno, un gallone di benzina costava infatti solo due euro al gallone.
L’oro nero americano
Il costo del carburante è inferiore negli Stati Uniti, perché come si sa, gli U.S.A. sono fra i maggiori produttori di petrolio nel mondo.
Produrre il West Texas Intermediate (WTI) ha sempre permesso di mantenere basso il prezzo della benzina, o almeno ha mantenuto un prezzo molto diverso da quello cui noi siamo abituati. Con il peggioramento della crisi finanziaria, qualche anno prima del 2016, anche gli americani hanno dovuto fare i conti con l’aumento vertiginoso del carburante, e sono stati costretti a rivedere i consumi e il modo di utilizzare l’auto.
In particolare, la benzina è arrivata a costare mediamente anche 4$ a gallone (circa 3,78 litri) con picchi maggiori lontano dalle grandi città. Nel 2016, tuttavia, per loro fortuna la tendenza al rialzo si è invertita, il prezzo del petrolio si è dimezzato ed è così arrivato a costare meno di 32 dollari a barile, permettendo in questo modo con poco più di una decina di dollari di fare il pieno alla vettura. In quello stesso anno, il prezzo medio a gallone tasse comprese è sceso a 1,868 dollari, poco più di 0,49$ a litro, con grosse differenze fra i vari stati.
In particolare, in quell’anno si pagava meno negli stati dell’area del Golfo del Messico, dove il prezzo scendeva sino a 0,42$ al litro, ma saliva molto di più nella West Coast con punte sino a 0,73$ al litro. Ora per renderci meglio conto della differenza di prezzo con l’Italia, ipotizziamo di fare il pieno nel 2016 a un’auto presente sia nel mercato statunitense sia in quello italiano: la 500 di FIAT, il cui serbatoio ha una capienza di 35 litri, ossia 9,26 galloni.
Paragone con l’Italia
Considerando il prezzo medio, il pieno dell’utilitaria FIAT nel 2016 e negli Stati Uniti sarebbe stato di appena 17,15 dollari che al cambio di allora corrisponde a 15,38 euro. Prezzo ben lontano dai 46,87 euro che si sarebbe speso in Italia in quel momento. Se si considera che la FIAT 500 (questo il modello attuale, siamo a novembre 2024) del 2016 ha un consumo medio dichiarato di circa 23,3 km/l ossia 54,73 Mpg (miglia a gallone), e ipotizzando di percorrere in autostrada le quasi 400 miglia (poco più di 616 km) che separano Los Angeles e San Francisco, quasi la distanza tra Udine e Roma, un americano avrebbe speso in benzina 13,65 dollari, mentre un italiano avrebbe speso 37,12 euro.
Come abbiamo detto in apertura, bisogna anche considerare che le auto americane sono esagerate in tutto – per esempio Ford ha una storia immensa, che spazia dagli albori delle auto a quelle elettriche attuali, senza dimenticare il classico modello Mustang, dal nome unico quanto l’auto – più grosse e con cilindrate maggiori che portano a consumi ben differenti da quelli cui siamo normalmente abituati. Di conseguenza la spesa sostenuta giustamente aumenta, ma nonostante ciò, resta molto più bassa di quella che noi sosteniamo, anche perché negli Stati Uniti non sono applicate tasse aggiuntive sul prezzo della benzina.