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Pubblicato: 2 Febbraio 2023 16:45
I prodotti raffinati provenienti da Mosca hanno vita breve, mancano solo 3 giorni: a partire dal 5 febbraio parte lo stop all’importazione, per un totale di circa un milione di barili al giorno. Una dipendenza che molto probabilmente ci costerà cara.
Il prezzo del diesel, che negli ultimi mesi è già salito alle stelle, sfiorando – e a volte anche superando – i due euro al litro, potrebbe schizzare nuovamente al rialzo.
Scatta l’embargo all’importazione di prodotti petroliferi lavorati da Mosca, l’Europa sospende l’importazione di prodotti raffinati.
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Che cosa succederà in Europa
Il problema che l’Europa abbia una forte dipendenza dalla Russia non è certo una novità, se ne parla da mesi ed è una tematica molto calda, che spaventa. Anche Rystad Energy, think tank norvegese specializzato in studi strategici di settore, lo scorso mese di maggio aveva già lanciato l’allarme a tale proposito.
In Europa la domanda totale di diesel e gasolio è tra i 6 e i 7 milioni di barili al giorno, per questo al momento il problema è molto grave e il nostro continente ha già cercato di mediare la situazione comprando prodotti raffinati da altri Paesi, quali la Cina, il Medio Oriente e l’India. C’è un problema ulteriore: i costi più elevati.
La situazione italiana
Quanto l’Italia dipende dalla Russia? Fino al mese di giugno 2022 il diesel importato era solo il 5% e a partire da luglio siamo passati praticamente a zero. Il nostro Paese può essere considerato autonomo su questo fronte, vista la presenza di 13 impianti nella penisola. Il consumo interno di prodotti raffinati è di 55 milioni di tonnellate, in Italia ne vengono raffinate quasi 71, e la reale capacità produttiva è di 88 milioni di tonnellate.
Nessuna dipendenza dell’Italia dalla Russia, quindi. Si potrebbe creare un unico problema: quello dell’arrivo di offerte d’acquisto estere. Per citare uno dei Paesi a noi più vicino, parliamo del caso della Germania, che ha una dipendenza del 30% dal gasolio russo e una bassa capacità di raffinazione. Questo significa che i tedeschi potrebbero fare le loro offerte d’acquisto a Roma, creando uno shock alla disponibilità sul mercato interno.
Come intende muoversi oggi l’Europa
Visto e considerato che l’Italia non ha grossi problemi su questo fronte, anzi, resta da capire qual è la strategia europea per far fronte all’embargo all’importazione di prodotti petroliferi lavorati da Mosca, che scatterà proprio tra pochissimi giorni, il 5 febbraio.
Molti esperti hanno sottolineato che l’Europa al momento purtroppo non ha una reale strategia per affrontare questa situazione sul petrolio e sul potenziamento della capacità di raffinazione, che appunto ad oggi sono limitate.
Le conseguenze però saranno gravi, e sicuramente andranno a colpire – come sempre – i cittadini e consumatori di un intero continente, già stremati dall’aumento dei prezzi dell’energia di questi ultimi mesi. Le bollette sono sempre più care, le famiglie sono già in difficoltà, la benzina costa parecchio e oggi il rischio è quello di subire un’ulteriore stangata anche sui prezzi del diesel, per non parlare di tutto quello che comporterà a livello di scambio di beni all’interno dell’UE e trasporti. Vediamo che cosa succederà nei prossimi giorni.