In Europa l’Italia vota contro il regolamento sulle emissioni dei camion

Per il conseguimento della neutralità carbonica entro il 2050, la Commissione Europea ha approvato un regolamento più severo sulle emissioni dei camion

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Il Consiglio Europeo ha dato il via libera definitivo al regolamento che abbatte le emissioni di anidride carbonica per i veicoli pesanti come camion, autobus e pullman. Gli obiettivi perseguiti dall’organo sovranazionale sono ambiziosi, con una riduzione progressiva di CO2 del 45% entro il 2030-2034, del 65% entro il 2035-2039 e del 90% a partire dal 2040. Per quanto riguarda i bus urbani, il target è ancora più stringente, del 90% entro il 2030 e del 100% entro il 2035.

A quali mezzi di trasporto si applicano le disposizioni

Il piano formalmente adottato si applica ad autocarri medi e pesanti (oltre 7,5 tonnellate e pullman), nonché i mezzi professionali quali camion della spazzatura, ribaltabili e betoniere. La data di entrata in vigore è fissata a 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE. Entro il 2027 la Commissione Europea valuterà l’efficacia e l’impatto delle misure applicate, senza escludere a priori delle correzioni laddove necessario.

Sebbene la prevalenza dei Paesi abbia approvato l’intervento legislativo, permangono delle eccezioni: l’Italia, insieme a Polonia e Slovacchia, ha votato contro, chiedendo una revisione dei tempi e un piano di incentivi ad hoc. L’opinione maturata dal Governo Meloni a proposito della transizione ecologica è risaputo, basti pensare alle critiche mosse al bando dei motori a benzina e diesel (sul punto di essere abbandonati da BMW) entro il 2035, a tutto appannaggio dell’elettrico.

In diverse occasioni, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, si è detto preoccupato che le manovre in atto vadano a favorire la Cina. Sull’invasione di massa delle full electric in Europa pensano a reagire pure gli Stati Uniti, attraverso un inasprimento dei dazi.

A prescindere dallo schieramento politico, il protezionismo regna sovrano, almeno oltreoceano, perché nel Vecchio Continente vi sono reazioni contrastanti. Nella fattispecie, frena la Germania, dal forte peso politico sulle decisioni comunitarie, confermato dalla deroga agli e-Fuel. Lo Stato tedesco, ora guidato dal cancellierato di Olaf Scholz, ha dei rapporti stretti insieme a Pechino, e inimicarsela significherebbe esporsi a possibili ritorsioni.

Obiettivi ambiziosi, ma difficilmente raggiungibili per ACEA

Sul protocollo inerente ai camion ha preferito non pronunciarsi la Repubblica Ceca, in precedenza tra i Paesi promotori di un allentamento del sistema Euro 7. ACEA, l’associazione dei costruttori europei, ritiene i target prefissati, “estremamente ambiziosi ma difficilmente raggiungibili”. Una serie di criticità impedirebbero la loro effettiva realizzazione, ovvero la mancanza di infrastrutture di ricarica, programmi di sostegno per il rinnovo del parco circolante e un pacchetto di incentivi.

A dispetto delle critiche ricevute, la Commissione Europea tira dritto. In nome della neutralità carbonica, da ottenere entro il 2050, intende stringere la cinghia e vede gli obiettivi alla portata. Attualmente, i camion, gli autobus urbani e i pullman a lunga percorrenza generano il 6% delle emissioni totali di gas serra e oltre il 25% di gas serra del trasporto su strada.

L’ente si impegna a lavorare di concerto a governi nazionali, industria e altri portatori d’interesse affinché le normative siano attuate con successo. Saranno necessari investimenti significativi in infrastrutture di ricarica e rifornimento, nonché misure di sostegno in favore delle imprese, nel passaggio a veicoli a emissioni zero.