Bici elettriche pieghevoli, quali sono e quando servono

Ci sono e-bike che possono essere piegate per occupare meno spazio: vediamo quali sistemi di piegatura esistono e se sono compatibili con le nostre esigenze

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Riccardo Asta

Giornalista smart mobility

Nato a Genova nel 1985, laureato in architettura ma con una formazione multidisciplinare. Da anni collabora con riviste specializzate trattando temi legati alla mobilità sostenibile e al mondo bici, occupandosi in particolare del segmento e-bike e di tutte le novità che lo riguardano

Avete mai sentito parlare di bici pieghevoli? Sapete che anche quelle elettriche possono avere questa caratteristica? Vediamo di capire meglio di cosa si tratta, perché di cosiddetti modelli folding ne esistono ormai tantissimi tipi e ogni anno ne esce regolarmente qualcuno di nuovo. 

Si tratta di un’idea in realtà piuttosto datata, ne abbiamo testimonianza già dalla fine dell ‘800 quasi in contemporanea alla diffusione delle prime biciclette. Il meccanismo era all’epoca ancora acerbo ma svolgeva comunque bene la sua funzione, tanto che qualche decennio dopo trovò un buon riscontro applicativo nelle bici fornite ai soldati durante le due guerre mondiali.

Oggi per fortuna lo scopo del meccanismo di piegatura non è più questo, bensì quello di agevolare gli spostamenti e il parcheggio delle bici. Dalla fine dell’800 la tecnologia è ovviamente migliorata e possiamo scegliere tra diversi sistemi che, un po’ a sorpresa, troviamo montati anche sulle e-bike. Non era scontato, visto che le bici elettriche devono fare i conti con una serie di elementi elettronici in più, i quali possono disturbare proprio il meccanismo di piegatura. Attenzione però, si tratta di una caratteristica che non è innocua, andrebbe scelta solo se ce n’è davvero bisogno.

I meccanismi di piegatura 

Innanzitutto è bene sapere che qualsiasi giunto o cerniera influenza la geometria telaistica ed il peso finale del mezzo, soprattutto nel caso delle e-bike. Costringe infatti ad un diverso tipo di progettazione che, tra le altre cose, apporta inevitabilmente del materiale in più. E’ poi importante considerare quale componente viene piegato e dove, ma anche come interferisce con la batteria e coi punti di sollevamento del veicolo. Una bici elettrica pieghevole difficile da trasportare rischia di diventare un oggetto odioso che finirete per vendere o dimenticare sul poggiolo. 

Tra i vari meccanismi di piegatura il più diffuso è sicuramente quello con la cerniera al centro del telaio da cui, dopo che la bici si è chiusa su se stessa come la pagina di un libro, è possibile sfilare la batteria al suo interno. Nonostante la sua apparente semplicità, questo meccanismo sarebbe bene provarlo di persona, perché non è sempre comodo come può sembrare. 

Lo stesso discorso vale per un altro sistema, quello di piegatura del manubrio, dove una cerniera posta vicino alla serie sterzo permette a quest’ultimo di girarsi perpendicolarmente o in parallelo al telaio. E’ un metodo tanto comodo quanto efficiente, in un batter d’occhio rende la bici più sottile di quasi la metà. Dobbiamo però stare attenti ai cavi che potrebbero dare alcuni problemi e, di fatto, bloccare il meccanismo. Diversamente dalla piegatura del telaio, quello al manubrio è possibile applicarlo in un secondo momento anche ad una vecchia bici, grazie a  prodotti come Stempark o Quicktwist pensati appositamente per questo scopo.

Ci sono poi altri sistemi interessanti e tuttavia molto rari, come quello in cui la riduzione dimensionale avviene per l’avvicinamento parallelo delle due ruote tra di loro. 

Scegliere il meccanismo giusto è un passaggio importante che deve essere coerente con l’uso che facciamo della nostra bici. Ci sono situazioni in cui può essere utile farla diventare molto sottile e possiamo quindi orientarci verso il sistema a telaio; altre dove invece è necessario compattarla rendendola simile ad un trolley, per le quali serve invece una classica piegatura centrale.

A chi sono adatte 

Prima di avventurarsi in un acquisto azzardato, bisogna capire il contesto e il modo nel quale si intende utilizzare la bici perché come dicevamo il meccanismo di piegatura impone spesso delle variazioni tecniche che non sono innocue. Un tipico aspetto che si sottovaluta è la riduzione della grandezza delle ruote che di norma avviene nei modelli pieghevoli. Un diametro più piccolo può influenzare di molto la nostra pedalata, costringendoci ad un ritmo più frenetico che potrebbe farci sentire più affaticati, instabili e scomodi. 

Ma quindi, a chi è consigliata una bici elettrica pieghevole? L’utente “tipo” potrebbe essere un ciclista che necessita per diversi motivi della pedalata assistita, che cambia spesso modalità di trasporto insieme alla sua e-bike, oppure che la deve parcheggiare in un piccolo spazio del suo appartamento. Parliamo dunque di pendolari che fanno un pezzo di tragitto in treno o in auto per poi proseguire in sella alla bici; oppure di chi si sposta nel weekend ma ha poco spazio dentro l’automobile per riporre la sua e-bike; o ancora chi abita in un appartamento troppo piccolo per tenere una classica bicicletta parcheggiata.

Se però non ci rispecchiamo in una di queste situazioni dobbiamo valutare bene l’acquisto di una e-bike pieghevole, perché potremmo ritrovarci con un mezzo di cui non ne sfruttiamo la caratteristica principale e ne subiamo invece i difetti che per sua natura è costretto ad avere. Le bici elettriche ad esempio pesano tanto, i modelli pieghevoli tendenzialmente ancora di più: se ci troviamo frequentemente nella situazione di doverla sollevare, di sicuro preferiremmo che pesasse poco piuttosto che possa essere piegata una volta l’anno.

Alcuni modelli 

Diciamo subito che nel caso di biciclette a pedalata assistita pieghevoli non è affatto una buona idea puntare al risparmio. I modelli migliori costano ma c’è un motivo se è così: disporre di un meccanismo complicato o fatto male, ne vanifica la sua presenza. Viceversa un meccanismo che funziona bene ci farà usare molto di più la bici ed in molte più occasioni. 

Importantissimo come al solito è il fattore leggerezza, qualità rara nel mondo delle e-bike che solitamente superano i 20 kg di peso. Un buon valore potrebbe essere compreso tra i 15 e i 20 kg, sopra di questo diventa difficile sollevare la bici per più di qualche gradino. 

Tra i modelli che possiamo in questo senso considerare c’è sicuramente il GoCycle G4i (4.499 €), una bici a pedalata assistita con quasi tutte le carte in regola per sfondare: 17 kg di peso, piegatura centrale e del manubrio, batteria rimovibile da 10,4 Am, cavi nascosti e un’autonomia fino ad 80 km. Quel “quasi” riguarda l’unico neo tecnico presente, ossia il motore sul mozzo anteriore che è piuttosto discutibile. 

Un’altra azienda che da decine di anni punta sulle pieghevoli è la celeberrima Brompton,  la quale ha da poco lanciato sul mercato la sua Electric Line C (3.495 €), una folding e-bike a 6 marce alimentata dalla tecnologia sviluppata in Formula E. Come la GoCycle anche lei si aggira intorno ai 17 kg di peso, motore sul mozzo anteriore e ruote altrettanto grandi, ma a differenza della collega ha una batteria meno capiente. Il meccanismo centrale di piegatura è però pressoché perfetto. 

Di tutt’altra natura è invece la bicicletta proposta da Montague, altro marchio storico statunitense. M-E1 (3.399 €) è il nome del suo ultimo modello di folding e-bike, della quale saltano subito all’occhio le grandi ruote da 28”, inconsuete per una pieghevole.  Il meccanismo anche in questo caso è al centro nel telaio, nel manubrio e nei pedali, permettendo alla bici di raggiungere un ottimo grado di compattezza. Il peso è invece leggermente più alto rispetto alle precedenti citate, intorno ai 24 kg, ma il modello compensa con altre caratteristiche come il motore a trazione centrale Shimano STEPS E6100 e la forcella ammortizzata. 

Anche Tern, giovane ma ormai già quasi storica azienda taiwanese, propone diverse soluzioni pieghevoli che strizzano sempre l’occhio al mondo cargo. Il modello Vektron S10 (3.799 €) è uno dei più completi della casa, corredato di un enorme portapacchi dove è possibile montare con tutta comodità anche un posto per bambini. 

Un modello con il meccanismo di piegatura del manubrio invece lo propone l’ispanica Carmela (2.200 €) prodotta da Oh!bikes. La bici in questo caso riduce le proprie dimensioni ribaltando il manubrio perpendicolarmente al telaio, e siccome si piegano anche i pedali riesce a raggiungere i 25 cm di larghezza totale. Il peso è molto contenuto poiché non supera i 17 kg, ma purtroppo anche lei presenta il discutibile motore sul mozzo anteriore. 

Oltre a tutte queste indicazioni, ribadiamo l’importanza di provare l’e-bike prima di procedere con l’acquisto, per testare se risulta adatta alle nostre esigenze. Dove questo non fosse possibile bisogna orientarsi verso marchi affidabili come quelli citati che danno garanzia di qualità.