Car sharing, il 60% pronto ad abbandonare in futuro la proprietà dell’auto

Areté ha condotto un'indagine che ha avuto un risultato sorprendente: la maggior parte degli italiani sono pronti a dire addio all'automobile di proprietà

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Andrea Piva

Giornalista

Torinese, classe 1987, giornalista pubblicista con la voglia di raccontare quello che accade nel mondo e la fortuna di riuscire a farlo. Tra le mie passioni ci sono il cinema, lo sport e tutto ciò che è inerente al mondo dei motori e alle continue evoluzioni tecnologiche (e sostenibili) dei mezzi a quattro e a due ruote.

Ci sono dei momenti che ogni automobilista ricorda come, per esempio, la prima volta alla guida, l’esame della patente, il primo viaggio lungo, l’acquisto della prima automobile. Certo le emozioni sono state diverse per ognuno di noi, ma sono tutte istantanee che in un modo o nell’altro hanno suscitato un qualcosa dentro a ogni automobilista. Nel caso dell’acquisto della prima vettura il tempo verbale al passato è quello più azzeccato e non solamente perché ci si riferisce a un’esperienza giù vissuto ma anche perché potrebbe diventare un’emozione che sempre meno italiani proveranno in futuro. Un’indagine condotta da Areté ha infatti rivelato che c’è una porzione crescete di popolazione che è sempre meno interessata all’acquisto di un’automobile di proprietà in favore di forme di mobilità alternative. Un dato che probabilmente sorprende, considerando la grande e consolidata tradizione italiana riguardo al mondo dei motori.

Sempre meno auto di proprietà: l’indagine di Areté

L’indagine di mercato sulle preferenze degli italiani in fatto di mobilità condotta da Areté è stata spiegata direttamente dal presidente della società, Massimo Ghenzer: “Nella nostra nuova instant survey abbiamo chiesto a un campione di abitanti delle città di Milano, Roma, Firenze, Bologna e Torino che strumenti utilizzeranno per gli spostamenti cittadini nei prossimi anni: il 37% di loro ha confermato che continuerà a usare l’auto di proprietà, il 32% ha dichiarato che si servirà dei mezzi pubblici, mentre il 13% si affiderà alle E-Bike, in decisa crescita e che si candida quindi a diventare la terza modalità di trasporto più diffusa in queste città”.

Car sharing: cos’è e quanto è diffuso in Italia

Ma quali sono queste forme di mobilità alternativa di cui hanno parlato gli italiani che sono stati intervistati nel corso dell’indagine condotta da Areté? La principale è il car sharing. Probabilmente non è necessario spiegare di che cosa si tratti, dall’indagine è infatti emerso che nove italiani su dieci sanno bene che cosa sia il car sharing e ben il 52% ha anche raccontato di averlo utilizzato almeno una volta.

Per chi non lo sapesse, comunque, si tratta di quel servizio che consente a tutti di poter utilizzare automobili o altri mezzi (come scooter e furgoncini) per spostarsi all’interno della città. Le auto possono essere noleggiate per il tempo che serve attraverso le apposite app e, sempre tramite app, le vetture possono anche essere aperte. Il prezzo del noleggio dipende da vari fattori, come il modello dell’auto o il tempo che la si utilizza.

A proposito dei risultati che sono emersi da questa indagine, Massimo Ghenzer ha aggiunto: “Più in generale, dal mercato emerge una crescita dell’interesse degli italiani per le forme di mobilità cittadina alternative alla proprietà dell’auto. Per una più ampia diffusione nelle principali città italiane restano ancora due nodi da sciogliere: il prezzo, ancora non allineato alle aspettative del cliente e una più ampia e capillare disponibilità di queste vetture”.

Car sharing: la vera alternativa all’auto di proprietà

C’è poi un altro dato, emerso sempre dall’indagine condotta da Areté, che merita di essere messo in evidenza: il 60% degli intervistati ha infatti spiegato di essere pronto ad abbandonare la proprietà dell’automobile in favore proprio di forme di mobilità sostenibili.

Non si tratta però di un abbandono totale dell’automobile, che resta uno dei mezzi di trasporto preferiti per muoversi anche all’interno delle città (insieme ai mezzi pubblici), ma una fetta importante di automobilisti non sente più la necessità di possedere una propria automobile (considerati anche i vari costi che sono legati all’avere un’auto di proprietà).

In altre parole, più di un italiano su due, non avrebbe alcun problema a rinunciare all’avere un’auto di proprietà preferendo utilizzare automobili di uso comune per i propri spostamenti, noleggiandole per il tempo necessario.

Non solo car sharing, c’è anche il car pooling

Il car sharing è la forma alternativa di mobilità, alternativa all’auto privata, più conosciuta e utilizzata in Italia. Ma ce ne sono anche altre come il car pooling. In questo casto, solamente il 48% degli intervistati ha rivelato di conoscerlo e solamente il 38% lo ha utilizzato almeno una volta.

Ma che cos’è il car pooling? Per chi non lo sapesse, con il termine car pooling si intende l’uso condiviso di automobili private per dei viaggi. Anche in questo caso esistono delle App che agevolano l’utilizzo di questo sistema, la più celebre è BlaBlaCar.

Car sharing al posto dell’auto di proprietà? La situazione attuale

Abbiamo visto come, almeno nelle grande città italiane, gli automobilisti possono usufruire di mezzi alternativa all’automobile di proprietà per i propri spostamenti e come questo abbia anche fatto riflettere molti sull’opportunità di possedere una propria automobile in futuro.

Nel presente, però, i dati raccolti da Areté raccontano un panorama differente: l’88% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di possedere in questo momento un’automobile di proprietà. Una buona parte ha anche raccontato di aver acquistato la propria automobile senza ricorrere a finanziamenti (il 50% del totale). Insomma, quella di non acquistare più una vettura per se è, almeno per il momento, ancora un’intenzione. Il tempo dirà se effettivamente gli automobilisti italiani daranno seguito con i fatti alle intenzioni espresse.

È inoltre importante sottolineare come questa indagine sia stata condotta intervistando abitanti di città come Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna. Non sappiamo quindi quale sia la situazione nel resto del Paese, nei comuni più piccoli o in quelli in cui non è presente una rete di trasporto pubblico.

Perché, al momento, l’auto di proprietà è ancora preferita al car sharing?

Restando al presente, dunque, bisogna comprendere quali siano i motivi per cui l’auto di proprietà è preferita al car sharing (che, come abbiamo spiegato, viene considerata un’ottima soluzione ma per il futuro). L’indagine ha evidenziato come tra coloro che hanno dimostrato apprezzamento nei confronti dell’ipotesi di non avere più una propria auto di proprietà ci siano ancora delle perplessità legate a soluzione di mobilità condivisa dovute ai costi, ritenuti comunque troppo eccessivi se le auto del car sharing fosse usate quotidianamente come si utilizza la propria automobile.

Insomma, per diffondersi ancora di più all’interno del Paese, servizi come il car sharing dovrebbe costare meno rispetto a quanto costano attualmente. Resta da capire però quando le aziende specializzate in questo settore vogliano e soprattutto possano abbassare i costi.