Norvegia, paradiso delle auto elettriche: la verità “oscura”

Una rivoluzione che è stata accolta col favore del popolo, ma in Norvegia la transizione verso l'elettrico nasconde un lato oscuro: ecco cosa succede

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Luca Bucceri

Giornalista

Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano. Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e dei motori, scrive anche di attualità ed economia.

Da anni non facciamo altro che assistere a una continua svolta della mobilità, con le quattro ruote che stanno vivendo una vera e propria rivoluzione con l’obiettivo di garantire una maggior sostenibilità nel futuro. E quella del futuro sembra essere sempre più elettrica, con i motori endotermici destinati presto ad andare in pensione perché troppo inquinanti in un’epoca in cui le emissioni dei veicoli devono andare sempre più verso lo zero.

C’è chi si sta adattando, chi ci prova come l’Italia senza però avere al momento una risposta unica da parte della popolazione che è ancora divisa dall’interrogativo “elettrico sì o no”. E chi, invece, marcia spedita verso una mobilità totalmente elettrica. Ed è il caso della Norvegia, che però nasconde una “oscura verità” dietro il boom full electric.

La Norvegia è elettrica

83. Non è semplicemente un numero, ma una realtà che in Norvegia è segno di speranza per il futuro del Pianeta. Sì, perché l‘83% è il dato delle nuove auto immatricolate che viaggiano su elettrico. Numeri stratosferici se si pensa ai risultati che vengono ottenuti in Italia, dove soltanto il 4% delle auto immatricolate è elettrica.

Un’altra mentalità, un altro modo di vedere le cose a Oslo e dintorni, con il governo che ha aumentato nel passato recenti gli investimenti nella mobilità elettrica, con il popolo che ha risposto positivamente al “consiglio”. Una crescita che sembra destinata a non avere un freno, con gli ambientalisti che possono essere più che felici nei Paesi del nord Europa.

Una rivoluzione green, quella norvegese, che fa del Paese un vero e proprio esempio da seguire. Più o meno.

Il rovescio della medaglia

Infatti non è tutto oro quel che luccica e a Oslo e dintorni pare che lo sappiano bene. Per ogni auto elettrica che circola in territorio norvegese, infatti, c’è chi paga conseguenze che nel futuro potrebbero essere drammatiche. Parliamo del trasporto pubblico del Paese scandinavo, poiché tutti i soldi che sono stati investiti per la mobilità sostenibile ed elettrica, in un certo senso, sono stati presi proprio da quelli che un tempo venivano utilizzati per sovvenzionare il trasporto pubblico della Norvegia.

Che significa? Un tempo, per cercare di incentivare un maggior utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico e far diminuire quelli privati maggiormente inquinanti, il governo ne aveva aumentato i fondi. Ma alla svolta della mobilità, con l’elettrico che ha preso sempre più piede, la Norvegia si è adeguata. Il come, purtroppo, è diventato prevedibile nel giro di poco: fondi ai trasporti pubblici dimezzati per essere trasformati in incentivi per la popolazione norvegese per l’acquisto di auto elettriche.

E i norvegesi ne hanno approfittato, eccome, così da far aumentare a vista d’occhio la presenza di vetture elettriche nel parco auto nazionale. E più elettriche vengono acquistate, più gli incentivi aumentano e minore è l’investimento che il governo di Oslo destina al trasporto pubblico.

E la traduzione, purtroppo, sembra destinata a essere una e una sola: la morte o il lento declino degli investimenti per i trasporti che resteranno indietro mentre la mobilità si muove in avanti, verso un futuro che al momento pare essere oscuro per i mezzi pubblici.